Negli ultimi anni si è assistito a un’escalation preoccupante nelle truffe telefoniche, un fenomeno che causa ogni giorno ingenti danni economici e psicologici a milioni di persone. L’avvento della digitalizzazione dei servizi bancari e della gestione di dati personali da smartphone ha reso le chiamate fraudolente uno strumento sempre più efficace nelle mani dei criminali. Quel che sorprende molti è che i truffatori non scelgono le loro vittime a caso: hanno precisi bersagli preferiti, individuati in base a vulnerabilità, abitudini e accesso a risorse sensibili.
Chi sono i bersagli preferiti dei criminali telefonici
Secondo analisi condotte da enti di settore, tra cui l’AGCOM e varie associazioni di consumatori, il bersaglio privilegiato dai truffatori telefonici rimane la fascia degli anziani. L’età avanzata, unita a una minore dimestichezza con la tecnologia e a una forte fiducia nell’interlocutore telefonico, rende questa categoria particolarmente esposta ai rischi. Spesso, gli anziani vengono colpiti dopo aver effettuato operazioni in banca o presso uffici postali, momenti in cui possono essere facilmente monitorati e successivamente contattati dai malintenzionati con pretesti credibili come la verifica di movimenti sospetti o aggiornamenti di dati personali.
Non sono però solo gli anziani a finire nel mirino: anche i liberi professionisti, i titolari di Partita IVA e le aziende rappresentano una fetta consistente delle vittime. Le imprese gestiscono dati sensibili, sistemi di pagamento e possono essere soggette a manipolazioni che sfociano in veri e propri attacchi informatici, come frodi bancarie o furti di identità digitale. Persino utenti giovani e digitali, seppur generalmente più attenti, non sono immuni: l’uso massiccio di servizi online, home banking e l’archiviazione di informazioni sensibili sui dispositivi mobili li espone a rischi crescenti. In tutti i casi il telefono, ormai centro della vita digitale, è la porta d’accesso privilegiata per chi vuole rubare dati, identità e denaro.
I metodi più usati dai truffatori nel 2025
Nell’evolversi della criminalità informatica, le tecniche di adescamento telefonico si sono raffinate al punto tale da essere spesso invisibili perfino agli occhi degli esperti. Uno dei metodi più diffusi è il phone spoofing, una pratica con cui i criminali fanno apparire sulla schermata del ricevente un numero apparentemente reale, spesso appartenente a istituzioni note o addirittura ai servizi clienti delle proprie banche o compagnie telefoniche. Questa tecnica di spoofing sfrutta falle nei protocolli di comunicazione per mascherare la reale identità del chiamante e indurre la vittima a rispondere in modo fiducioso.
Oltre allo spoofing, si sono moltiplicati i casi di voce sintetica e intelligenza artificiale utilizzati per simulare la voce di parenti, amici o operatori telefonici, aumentando la credibilità della truffa. Si registrano inoltre casi crescenti di chiamate mute: il truffatore chiama e rimane in silenzio per verificare che la linea sia attiva, preparando successive azioni fraudolente. Altro fronte d’attacco è lo smishing, ossia l’invio massivo di SMS ingannevoli che invitano a compiere azioni pericolose come cliccare su link, fornire codici o dati sensibili.
La pericolosità di tali metodi risiede proprio nell’infiltrarsi nella routine quotidiana dell’utente, sfruttando il senso di urgenza, la confusione e talvolta anche la paura. Basta anche solo rispondere alla chiamata sbagliata perché il proprio smartphone si trasformi in un bersaglio silenzioso: dati bancari, foto personali, password e tutte le informazioni archiviate possono essere raccolte, copiate e rivendute sul dark web o usate per successive attività malevole.
Nuove regole e strumenti di difesa
Le autorità italiane hanno preso atto dell’entità del fenomeno. Dal 19 agosto 2025, grazie a una normativa introdotta dall’Autorità Garante per le Comunicazioni (Agcom), gli operatori di telefonia sono obbligati a bloccare tutte le chiamate dall’estero che presentano falsi numeri fissi italiani. Questo sistema impedisce ai truffatori di simulare numeri locali e agire indisturbati. Il controllo sarà ulteriormente esteso dal 19 novembre 2025 anche alle chiamate da numeri mobili, grazie all’adozione di filtri tecnologici condivisi con i provider internazionali. Si tratta di un primo passo concreto, sebbene non definitivo: la realtà mostra che molte vittime, spesso per sfiducia o per vergogna, non denunciano quanto accaduto, consentendo al fenomeno di prosperare nell’ombra.
Non da meno sono i consigli pratici forniti dagli esperti di sicurezza, sempre più necessari in una società dove la relazione telefonica viene spesso sfruttata in modo malevolo:
- Non fornire mai dati personali o bancari al telefono se non si è certi dell’identità del chiamante.
- Verificare sempre la reale provenienza delle chiamate, specialmente se il numero sembra sospetto o mascherato.
- Iscriversi a registri di opposizione e segnalare tutte le chiamate sospette agli operatori di telefonia o alle autorità competenti.
- Utilizzare app e sistemi di filtraggio avanzati offerti dagli stessi operatori per bloccare preventivamente numeri riconosciuti come fraudolenti.
La trasparenza e la presenza attiva degli operatori di telefonia e delle aziende serie, che dichiarano di non effettuare mai telemarketing aggressivo, sono segnali importanti in una battaglia ancora lunga contro la criminalità telefonica.
Le conseguenze sociali e psicologiche sulle vittime
L’impatto delle truffe telefoniche non si limita a un danno economico immediato. Sul piano sociale e psicologico, essere vittima di una truffa lascia una profonda ferita in termini di fiducia, senso di sicurezza e autostima. Gli anziani, in particolare, faticano a riprendere confidenza nelle relazioni sia telefoniche sia di persona; in molti casi, l’episodio provoca ansia e isolamento, con conseguenze dirette sulla qualità della vita.
Per professionalità e aziende, la perdita di dati sensibili può tradursi in costi economici ingenti, danni reputazionali e procedure lunghe di recupero. L’effetto domino di una truffa ben riuscita può portare a furti di identità, ricatti e altri atti fraudolenti che si protraggono nel tempo perché i dati rubati circolano nel dark web senza controllo.
La continua evoluzione delle tecniche criminali obbliga tutti a un aggiornamento costante delle proprie difese. Conoscere i principali rischi e sapere come reagire è oggi una competenza fondamentale, tanto quanto imparare a utilizzare uno smartphone. Solo attraverso una combinazione di attenzione, educazione digitale e nuove tecnologie di protezione si potrà davvero arginare questo pericolo invisibile ma reale che ogni giorno minaccia famiglie, professionisti e imprese.