Quando ricevi una chiamata da un call center e chi ti parla conosce già il tuo nome, spesso ti chiedi come sia possibile che abbiano a disposizione i tuoi dati personali. Il processo che permette ai call center di ottenere queste informazioni è molto articolato e si basa su vere e proprie strategie di raccolta dati, spesso poco trasparenti per l’utente finale. Tra le pratiche più comuni ci sono l’acquisto di liste di contatti da aziende specializzate, la raccolta tramite questionari, concorsi online, iscrizioni a newsletter, fino all’utilizzo di strumenti tecnologici avanzati che setacciano il web alla ricerca di dati utili.
Come vengono raccolti i dati personali
Tra i metodi più diffusi per reperire nomi e numeri di telefono troviamo la cosiddetta lead generation. Questo processo prevede che i call center acquistino liste di “lead” da aziende chiamate data broker, le quali sono specializzate nella generazione e vendita di contatti. I tuoi dati vengono raccolti in diversi modi:
- Compilazione di questionari online: spesso in cambio di una promozione o di un contenuto gratuito, si inseriscono informazioni personali che vengono poi utilizzate per creare profili di possibile interesse commerciale.
- Partecipazione a concorsi e sottoscrizioni di newsletter: in queste occasioni si concedono inconsapevolmente dati personali che possono essere ceduti a terzi.
- Registrazione su siti di e-commerce: ogni volta che si crea un account per acquistare prodotti online, i dati vengono immagazzinati in database che possono essere vulnerabili a furti informatici o oggetto di cessione alla filiera del marketing telefonico.
Le informazioni raccolte generalmente comprendono nome, cognome, data di nascita, indirizzo e-mail e, ovviamente, il numero di telefono. Questi dati vengono messi insieme per creare profili utilizzabili per campagne di marketing mirate o per le cosiddette “chiamate a freddo”.
Data scraping e raccolta automatica delle informazioni
Un altro processo tecnologico impiegato dai call center è il data scraping, una pratica automatizzata che sfrutta software dedicati per raccogliere informazioni da siti web, social network e rubriche pubbliche. Questi strumenti navigano tra le pagine online e “scremano” i dati personali facilmente accessibili, come il nome e il numero di telefono, associandoli a informazioni aggiuntive che permettono di costruire elenchi dettagliati di potenziali clienti.
Il data scraping rappresenta una tecnica controversa, perché spesso viola le norme sulla privacy e il Regolamento generale sulla protezione dei dati (Gdpr). In molti casi, infatti, queste raccolte sono effettuate senza il consenso dell’utente, motivo per cui sono considerate pratiche poco etiche e, in certi casi, illegali.
Il rischio della vendita e del furto dei dati
Una delle principali fonti di dati per i call center sono le banche dati di aziende online. Ogni volta che un utente si registra su un sito di e-commerce o su una piattaforma digitale, inserisce i propri dati personali che vengono salvati nei database delle società. Se questi archivi vengono compromessi da attacchi informatici o oggetto di vendita a terzi, i tuoi dati finiscono nelle mani di operatori che li utilizzano per scopi commerciali o, nei casi peggiori, per truffe.
Non solo: il furto del numero di telefono è diventato una delle truffe più pericolose, soprattutto perché molti servizi online utilizzano il cellulare per l’autenticazione a due fattori. Un criminale che si appropria dei tuoi dati può spostare il numero su una nuova SIM ed entrare nei tuoi account digitali, banche incluse, sfruttando le funzionalità di recupero password o accesso sicuro tramite SMS.
Lo spoofing dell’ID chiamante e l’inganno telefonico
Oltre alla raccolta lecita o illecita dei dati personali, i call center e i truffatori utilizzano anche sofisticate tecniche di falsificazione delle informazioni di chiamata, conosciute come spoofing del numero di telefono. Lo spoofing consiste nel mascherare l’ID del chiamante, facendo apparire il numero telefonico come locale o familiare, quando invece la chiamata proviene da un operatore che potrebbe trovarsi ovunque nel mondo.
Questa strategia viene impiegata per aumentare le possibilità che l’utente risponda, sfruttando la fiducia legata alla percezione di una chiamata proveniente da un luogo conosciuto. Oltre al nome, tramite spoofing possono essere visualizzate informazioni fuorvianti che rendono difficile distinguere tra una chiamata legittima e una truffaldina.
Aggirare le difese degli utenti
L’impiego combinato di data scraping, acquisizione di liste da data broker e spoofing telefonico permette ai call center di presentarsi agli utenti con una quantità sorprendente di dettagli personali, rendendo difficile per l’utente capire come siano venuti in possesso di tali dati. La conseguenza è una crescente diffidenza nei confronti delle chiamate commerciali e un proliferare di strumenti di protezione, come blocchi delle chiamate indesiderate e servizi per la tutela della privacy.
Come difendersi dalla raccolta e dall’abuso dei dati
Le modalità in cui il tuo nome e il tuo numero di telefono possono finire nelle mani di call center sono molte e spesso sorprendenti. Per limitare al massimo questo fenomeno, puoi adottare alcune precauzioni pratiche:
- Utilizza numeri temporanei per le registrazioni che ritieni meno attendibili, preservando il tuo vero numero per attività importanti.
- Crea indirizzi e-mail dedicati, usati solo per ricevere comunicazioni promozionali o newsletter.
- Informati su come le aziende rispettano la tua privacy, controllando le informative e le opzioni di opt-out prima di inserire i tuoi dati personali.
- Evita di partecipare a concorsi o sondaggi che non indichino in modo chiaro come verranno gestite le informazioni raccolte.
Un altro aspetto fondamentale riguarda la sicurezza dei database aziendali: la crescente frequenza di furti informatici impone ai titolari di siti e piattaforme digitali di proteggere adeguatamente le informazioni dei propri utenti, investendo in tecnologie e procedure di difesa sempre più robuste.
Il ruolo della regolamentazione
La protezione dei dati personali è garantita a livello europeo dal Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR), che impone trasparenza e responsabilità nell’utilizzo delle informazioni personali. Le aziende che non rispettano queste normative potrebbero essere soggette a sanzioni severe, ma resta comunque fondamentale la consapevolezza da parte degli utenti, che devono agire con cautela e attenzione ogni volta che condividono i propri dati online.
In definitiva, la facilità con cui i call center riescono a ottenere il tuo nome e il tuo numero di telefono dipende da una filiera ampia e spesso poco visibile di raccolta, scambio e vendita di informazioni personali. L’unico vero antidoto è una maggiore attenzione nella gestione dei propri dati, accompagnata da un costante aggiornamento sulle tecniche di profilazione e sulle misure di autotutela praticabili. Solo così sarà possibile difendere la propria privacy in un mondo sempre più connesso e soggetto agli interessi del marketing telefonico.