Molto spesso chi si trova a dover scegliere come gestire i propri flussi di denaro si domanda se sia meglio predisporre un conto corrente presso una banca o orientarsi verso un più semplice conto di pagamento. L’errore più diffuso è credere che i due strumenti siano equivalenti, ma in realtà esistono differenze sostanziali sia negli usi effettivi che nelle funzionalità offerte. Comprenderle significa evitare spiacevoli imprevisti e operare una scelta davvero adeguata alle proprie necessità finanziarie.
Cos’è un conto corrente e per chi è pensato
Il conto corrente rappresenta da sempre la piattaforma finanziaria di base offerta dalle banche e dagli istituti di credito. Questo strumento consente la gestione completa del denaro depositato: si possono effettuare bonifici, versamenti e prelievi, accettare l’accredito dello stipendio, disporre domiciliazioni per utenze e richiedere l’emissione di assegni o carte di pagamento di vario tipo, come carte di debito e carte di credito. Proprio quest’ultima caratteristica rafforza la natura multitasking del conto corrente: esso mette a disposizione l’intero ventaglio dei servizi bancari fondamentali per il cittadino o per l’impresa, fungendo anche da punto di accesso per prodotti finanziari come mutui, prestiti, investimenti e gestione patrimoniale.
Chi apre un conto corrente lo fa in genere per:
- Gestire in modo strutturato risparmi e incassi, anche consistenti, senza limiti di movimentazione.
- Accedere a servizi bancari evoluti, inclusi linee di credito e possibilità di sconfinamento.
- Tenere sotto controllo, attraverso estratti conto e strumenti digitali, la movimentazione periodica del denaro.
- Ottenere prodotti complementari come libretti di assegni, carte di credito, bancomat e home banking avanzato.
Va ricordato che solo banche o istituti equiparati sono autorizzati ad aprire e gestire conti correnti in Italia, secondo quanto disposto dal Codice Civile e dalla normativa bancaria. Ciò significa che c’è un sistema di tutela e garanzia a vantaggio del cliente, compresa la possibilità di accedere a un credito in caso di bisogno, facoltà che non tutti gli altri tipi di conto prevedono.
Cosa distingue il conto di pagamento dagli altri strumenti
Il conto di pagamento, invece, nasce da esigenze diverse: è lo strumento ideale per chi desidera solo eseguire operazioni di pagamento (ad esempio disporre bonifici, ricevere accrediti, prelevare denaro) e non necessita di servizi come fidi, mutui o investimenti. Questa tipologia di conto è stata formalmente introdotta dalla direttiva europea 2007/64/CE, recepita dalla normativa italiana ed è considerata la soluzione entry level per i bisogni bancari essenziali. Viene offerta non solo dalle banche, ma anche da istituti di pagamento o istituti di moneta elettronica (IMEL), soggetti che svolgono un’attività regolamentata e specializzata nell’esecuzione di pagamenti elettronici senza fornire servizi di credito.
Tra le principali funzionalità e vantaggi del conto di pagamento troviamo:
- Possibilità di effettuare e ricevere pagamenti con costi spesso contenuti.
- Gestione semplificata, accessibile anche a chi non desidera aprire un rapporto completo con una banca.
- Ideale per chiunque abbia bisogno di uno strumento pratico per le spese correnti, ad esempio freelancer, studenti, o lavoratori con esigenze basilari.
- Non permette di ottenere credito bancario, limitandosi alla disponibilità della somma effettivamente presente sul conto.
Il conto di pagamento è spesso associato a soluzioni smart e digitali che semplificano la vita quotidiana, consentendo anche la gestione da app mobile e l’emissione di carte di pagamento ricaricabili. Un altro aspetto distintivo riguarda la trasparenza dei costi: generalmente le spese di gestione sono più basse di quelle applicate su un conto corrente tradizionale, poiché sono assenti servizi accessori o costi legati alla concessione di prodotti di credito.
Quale soluzione scegliere: criteri e considerazioni pratiche
La scelta tra le due forme di conto deve tenere conto di alcuni elementi chiave:
- Finalità d’uso: se serve uno strumento per gestire grandi somme, accedere al credito o ai servizi di investimento, il conto corrente è imprescindibile. Il conto di pagamento, invece, soddisfa bene esigenze quotidiane basilari (pagamenti, ricezioni, piccole somme).
- Costi di gestione: i conti di pagamento presentano generalmente spese minori; tuttavia, la ridotta gamma di servizi può non essere sufficiente per clienti con necessità più articolate.
- Profilo dell’operatore: chi necessita di un’estrema semplificazione, per esempio una famiglia giovane o chi ha appena iniziato a lavorare, può trovare nel conto di pagamento una soluzione vantaggiosa per risparmiare sui canoni e sulle commissioni.
- Accessibilità al credito: il conto corrente è quasi sempre la scelta obbligata per chi intende ottenere mutui, prestiti o affidamenti bancari.
- Sicurezza e garanzie: mentre entrambi gli strumenti sono sottoposti a vigilanza, il conto corrente bancario gode di tutele accessorie, come la garanzia dei fondi fino a 100.000 euro in caso di insolvenza della banca, cosa che può variare a seconda della natura dell’ente che offre il conto di pagamento.
Non va trascurata, infine, la questione della trasferibilità: il conto corrente è normalmente accettato per ogni tipo di accredito e operazione disposta da terzi; il conto di pagamento, sebbene operativo, può avere vincoli o limitazioni per determinati tipi di accrediti e per l’accesso a servizi come la domiciliazione bancaria di utenze o tasse.
Vantaggi e limiti in prospettiva futura
L’introduzione dei conti di pagamento sul mercato italiano ed europeo ha permesso a una platea più ampia di cittadini di entrare nel mondo dei servizi di pagamento digitali, supportando l’inclusione finanziaria e l’innovazione. Tuttavia, la scelta consapevole tra conto corrente e conto di pagamento rimane cruciale soprattutto per chi prevede nel tempo l’evoluzione delle proprie esigenze finanziarie.
Tra i principali vantaggi del conto di pagamento spiccano:
- Operatività immediata su base digitale.
- Costi più bassi rispetto a un conto corrente tradizionale.
- Semplicità di apertura e gestione anche online.
I limiti, invece, riguardano:
- Assenza di servizi di credito e investimenti.
- Potenziali restrizioni per accettazione di certi pagamenti o accrediti di natura particolare (ad esempio stipendi, pensioni, rimborsi fiscali).
- Natura talvolta più vulnerabile rispetto alle normative di tutela bancaria applicate ai classici rapporti di conto corrente.
La riflessione più importante che un consumatore dovrebbe fare resta legata alle personali esigenze presenti e future. Valutare con attenzione le proprie abitudini di spesa, la necessità di accedere a servizi accessori, e il grado di affidabilità degli istituti presso cui si sceglie di aprire un conto, sono passaggi fondamentali per evitare errori che, a lungo termine, possono diventare costosi o addirittura limitanti.
In ultima analisi, scegliere tra queste due soluzioni significa valutare a fondo le differenze operative, chiarendo le aspettative e chiarendo il reale bisogno di servizi bancari accessori. Solo così sarà possibile garantire la miglior gestione delle proprie finanze nel rispetto delle proprie necessità e senza cadere in facili confusioni commerciali.