Di giorno le formiche sono omnipresenti: le vediamo su terrazzi, cortili, prati, persino nelle nostre cucine, sempre affaccendate nella ricerca di cibo o nella difesa del loro territorio. Ma il calare della sera sembra coincidere con una loro scomparsa improvvisa: file ordinatamente marcianti si dissolvono e i pavimenti restano deserti. Dove vanno questi piccoli insetti di notte? La risposta a questo enigma naturale ci conduce in un viaggio affascinante tra biologia, etologia e curiosità scientifica, sfatando molti dei luoghi comuni più diffusi.
Il comportamento notturno delle formiche: miti e realtà
La credenza più popolare è quella secondo cui le formiche scompaiono di notte perché vanno a dormire o si nascondono in profondità nel terreno. In effetti, durante le ore notturne, la frenesia operaia diurna si interrompe quasi del tutto e le colonie adottano strategie diverse a seconda della specie e delle condizioni ambientali. Secondo gli entomologi, molti tipi di formiche, specialmente quelle comuni nei nostri ambienti, non vanno in letargo né smettono di vivere, ma adottano una modalità chiamata diapausa, uno stato di bassa energia in cui limitano i loro movimenti e le attività esterne ai compiti strettamente necessari. Questo consente loro di risparmiare risorse e ridurre il rischio di predazione durante le ore più buie e umide, in cui i pericoli possono aumentare notevolmente.
Tra i motivi principali per cui le formiche si ritirano nei loro nidi con l’arrivo della notte spiccano:
- Protezione dai predatori: molti animali notturni, come ragni e anfibi, sono predatori efficienti delle formiche.
- Conservazione delle energie: le temperature più basse e l’inattività delle fonti di cibo rendono inefficace l’attività esterna.
- Gestione interna del formicaio: il buio è il momento ideale per la cura della regina, delle uova e delle larve, nonché per la manutenzione generale della struttura del nido.
Dove si rifugiano le formiche di notte?
Ma quali sono i luoghi prediletti dalle formiche per scomparire? Esperti disinfestatori e biologi documentano da tempo che i formicai spesso si trovano:
- Nel terreno, specialmente vicino a fonti di umidità come piante, bordure, zone ombreggiate o cortili irrigati
- Sotto materiali di pacciamatura, cortecce o detriti organici
- All’interno di tronchi d’albero o nella legna accatastata
- In cavità nei muri, lungo tubazioni e canaline, soprattutto negli edifici moderni o riscaldati
- Vicino a marciapiedi, selciati e pietre poste a dimora nei giardini
In particolare, le formiche di origine tropicale (come la Formica faraone) preferiscono spesso rifugiarsi all’interno degli edifici, scegliendo siti protetti e difficilmente raggiungibili come cavità dei muri, impianti elettrici e zone lontane dal passaggio dell’uomo.
Struttura del formicaio: una fortezza sotterranea
Il formicaio non è mai un semplice buco nel terreno, ma una complessa struttura architettonica, spesso dotata di numerose camere e gallerie dedicate allo stoccaggio del cibo, alla protezione della regina e all’allevamento delle larve. La temperatura interna viene controllata grazie a una sapiente regolazione della profondità e della disposizione degli spazi. Quando il sole tramonta, le operaie si ritirano all’interno per partecipare a compiti di manutenzione o per consentire un adeguato scambio termico; altre, infine, restano di guardia agli ingressi principali pronti a difendere la colonia da eventuali aggressioni esterne.
Durante i mesi caldi, le formiche possono anche essere più attive nelle ore serali e notturne, specialmente se il clima secco e il caldo del giorno rendono difficile cercare cibo senza rischi di disidratazione. Tuttavia, in molte zone temperate, la strategia più prudente resta quella del ritiro notturno, un comportamento largamente diffuso tra le specie che vivono a stretto contatto con l’uomo.
Diapausa e attività ridotta
Molte specie tendono a entrare in diapausa anche durante l’inverno o in condizioni ambientali particolarmente sfavorevoli, rallentando sensibilmente i loro processi vitali. In questo stato, le formiche non sono completamente inattive: se il clima si fa più mite o se nuove fonti di cibo vengono rilevate in prossimità del nido, la colonia può attivarsi rapidamente e mandare in ricognizione alcune operaie.
La diapausa è quindi una risposta biologica flessibile, che permette a questi insetti di sopravvivere a lunghi periodi di scarsità. Da non confondersi con il letargo vero e proprio: le formiche possono “risvegliarsi” temporaneamente anche durante la notte, soprattutto se scosse da vibrazioni o disturbate da altri animali.
Luce, suoni, attivazione e curiosi comportamenti notturni
Non tutte le formiche preferiscono il buio per riposare. Alcune specie sono adattate a una vita notturna e designano proprie foraggere specializzate ad avventurarsi fuori dal nido quando altri animali dormono. Tuttavia, questa strategia riguarda soprattutto specie tropicali o sub-tropicali, spesso poco comuni nei centri urbani italiani.
Se all’interno della casa si accendono improvvisamente delle luci durante la notte, alcune operaie potrebbero essere osservate uscire rapidamente dal nido per esplorare. Questo avviene in due circostanze principali:
- Presenza di fonti di cibo inattese, come briciole o residui lasciati scoperti
- Disturbi come scosse, movimenti o improvvisi cambiamenti di temperatura
Interessante notare come le formiche sfruttino segnali chimici (feromoni) e meccanici (vibrazioni e suoni) per coordinare la loro attività anche al buio. Il reperimento del cibo, la segnalazione di pericoli e persino la comunicazione tra individui avviene grazie a un sistema di “linguaggio collettivo” che fa delle formiche un vero modello di efficienza biologica e organizzativa.
Quando le formiche non scompaiono affatto: eccezioni e casi particolari
Non tutte le colonie fino al tramonto si “spengono”: alcune specie di formiche carpentiere o di formiche alate, se disturbate o in condizioni climatiche favorevoli, possono essere osservate in movimento anche di notte. Le formiche alate sono solitamente presenti durante il periodo del volo nuziale, che può avvenire nelle ore serali ed è segnale di una nuova stagione riproduttiva. In queste occasioni, le nuove regine e i maschi escono dal nido per spiccare il volo, dando vita a nuove colonie.
Infine, in ambienti riscaldati o in presenza di formicai costruiti all’interno di edifici, le formiche possono essere attive anche nelle ore notturne, pur conservando la tendenza a ridurre la visibilità e a limitare gli spostamenti alla stretta necessità. Le infestazioni domestiche, dunque, si spiegano anche con la capacità di alcune specie di adattarsi ai ritmi artificiali e alle continue fonti alimentari tipiche degli ambienti antropizzati.
Per approfondire come strutturano i loro insediamenti, puoi scoprire ulteriori dettagli sulla colonia di formiche, uno degli esempi più studiati di società animale.
Così, la scomparsa delle formiche durante la notte non è un “mistero”, bensì il risultato di una raffinata strategia di adattamento all’ambiente e autoprotezione, regolata da fattori quali la temperatura, l’umidità, la presenza di predatori e le esigenze riproduttive. Capire dove vanno e cosa fanno quando spariscono ci permette di osservare questi straordinari insetti sotto una nuova luce, valorizzando ancora di più la complessità delle loro abitudini e della loro organizzazione.